Ma questo (prodotto) a chi lo posso mandare?

Ci capita talvolta – e crediamo sia comune per chi si occupa di comunicazione – di venire contattate per un “consiglio”. La domanda più frequente che viene fatta da queste parti nell’ultimo periodo è: secondo te, a chi lo potrei mandare (intendendo in quel “chi” un generico blogger/influencer, e concentrandosi su un segmento delle digital pr, quello dell’invio di un prodotto)?

Viviamo un momento particolarmente denso e intenso per la comunicazione, durante il quale non è sempre facile scegliere fra i tanti modi possibili – e tra i diversi interlocutori – per amplificare l’interesse intorno a un prodotto.

Quello che noi rispondiamo di solito alla domanda che riportiamo qua sopra è: dipende, si tratta di un argomento troppo complesso e interessante per poterti rispondere senza conoscere meglio la strategia di comunicazione che state seguendo e il prodotto stesso.

Qui, trovate la risposta più lunga.

A chi lo mando

Partiamo dall’inizio: quanto conosciamo il prodotto che vogliamo mandare nel mondo? 

Prima di pensare al destinatario, dobbiamo visualizzare il mittente (noi, proprio noi!) e il livello di conoscenza e consapevolezza che abbiamo di ciò che stiamo proponendo.

In sostanza, non si può identificare l’interlocutore giusto di un prodotto che non si conosce (abbastanza) bene.

Inoltre, perché lo voglio mandare?

Come dicevamo, oggi le vie della comunicazione sono più articolate che mai, ma non dobbiamo dimenticarci che non tutte le strade devono essere obbligatoriamente percorse: dobbiamo avere presente dove vogliamo arrivare e scegliere l’itinerario migliore per farlo.

A questo punto, torniamo alla domanda iniziale:

E quindi a chi mandiamo esattamente, se abbiamo valutato che potrebbe essere utile spedire il nostro prodotto (regalandolo o costruendoci intorno una proposta di collaborazione)?

La selezione

Le attività di digital pr possono essere molteplici, e molto diverse fra loro. Sicuramente un parametro rilevante nella scelta di chi coinvolgere in una certa esperienza è il budget a disposizione per progettarla, ma non è l’unico. Può essere quindi una bussola per orientarsi tra le possibilità, ma in ogni caso, prima, bisogna avere un’idea precisa e quanto più possibile completa del panorama in cui ci muoviamo

Per questo ci serve mappare il territorio degli interlocutuori.

Mettiamo nella scatola degli attrezzi altri due requisiti:

La curiosità per lo scoperta

La voglia di approfondire

Non bisogna solo capire chi sono le persone che là fuori potrebbero raccontare a un pubblico per noi interessante il nostro prodotto, ma anche come sono e valutare in che tipo di attività potrebbero essere coinvolte con più piacere, sentendosi più a proprio agio, risultando in effetti le persone giuste nel posto giusto. Per farlo serve conoscerne i gusti, le abitudini, le inclinazioni… senza diventare stalker, ma trasformandoci in osservatori attenti (e rispettosi)!

La presa di contatto

Identificati i nomi che possono fare al caso nostro è importante valutare quale sia il canale migliore per prendere contatto con loro e poi scegliere un tono che rappresenti non tanto – o comunque non solo – noi, ma soprattutto il brand per cui parliamo. 

La cura nella spedizione e nella confezione

Se stiamo mandando qualcosa è per farci conoscere, notare, ricordare: se abbiamo scelto un certo interlocutore (anche) per la sua fama, come possiamo pensare che basterà recapitare al suo indirizzo il nostro prodotto per catturare la sua attenzione?

Coinvolgere persone che si occupano (anche) di promuovere progetti o oggetti non è cosa banale, non è una mansione da svolgere in maniera frettolosa e approssimativa e non dipende solo dal budget che si ha disposizione, ma dalla cura che investiamo. 

Non è (solo) questione di gentilezza: significa avere un piano, e lavorare con passione e serietà a ogni tassello che lo compone.